Oggi vogliamo raccontare una bella storia, quella di Killian, un bambino di sei anni, è arrivato in Italia dal Perù insieme alla madre, Andrea.

Nel loro Paese, a Killian è stato diagnosticato un retinoblastoma molto aggressivo, e l’enucleazione dell’occhio si è resa necessaria per evitare metastasi. Tuttavia, trovare un ospedale in grado di eseguire l’intervento è stata una sfida dolorosa, e dopo l’operazione, la famiglia è rimasta senza assistenza. Senza una protesi, Killian ha rischiato gravi infezioni e non ha ricevuto ulteriori controlli. Per queste ragioni, la famiglia è giunta in Italia, dove oggi Killian è ospite dell‘Associazione KIM, con cui noi dell’Ocularistica Italiana collaboriamo da anni. 

Siamo da sempre vicini ai bambini di Associazione KIM e in questo caso abbiamo fornito gratuitamente la protesi di Killian e, quando sarà il momento di ripartire, provvederemo a fornire al bimbo un’ulteriore protesi più grande per quando crescerà. 

E’ stato fondamentale il trattamento repentino della patologia, infatti il retinoblastoma è una di quelle malattie che – per mancanza di diagnosi precoce e di assistenza – si trasforma per troppi piccoli del mondo in una diagnosi tragica o, nel migliore dei casi, in una vita dolorosa di esclusione. 

Queste le parole della Dottoressa Modugno (nella foto accanto con Kilian, la mamma e le nostre dottoresse e protesiste), che si è occupata della riabilitazione di Kilian: 

“Il retinoblastoma è un tumore maligno che, se non trattato correttamente, può dare esito infausto. In Paesi con poche risorse nella medicina pubblica, non tutti i bambini riescono ad essere trattati correttamente, sia dal punto di vista della malattia che della riabilitazione estetica…basti pensare che in alcuni Paesi non hanno le protesi!
In Europa la diagnosi precoce, i trattamenti conservativi con nuovi farmaci e le tecniche di somministrazione per aggredire il tumore stanno dando ottimi risultati e fortunatamente le enucleazioni sono diminuite, anche se non è possibile eliminarle del tutto. In generale per sconfiggere i tumori dell’occhio (come il retinoblastoma nel bambino e il melanoma nell’adulto) l’approccio dev’essere multidisciplinare ed è indispensabile creare centri con oncologi e oculisti che lavorano insieme.

 

L’intervento chirurgico di Killian per fortuna è stato eseguito correttamente, ma l’applicazione della protesi non poteva attendere, per due motivi fondamentali: per l’integrazione del bambino con i suoi coetanei, la sua autostima in futuro, e soprattutto, per il fatto di evitare la distorsione della cavità oculare. Con la protesi indossata Killian potrà svolgere qualsiasi attività, dal gioco allo sport.

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