Quando non è possibile conservare l’occhio nella sua totalità o in parte è necessario ricorrere ad un intervento così detto demolitivo sull’occhio.
Con il termine enucleazione s’intende l’asportazione totale del bulbo oculare che viene staccato dai muscoli extra oculari, quelli che servono per farlo muovere, e viene reciso il nervo ottico, che serve alla trasmissione degli impulsi visivi al cervello. Questa è la tecnica usata in caso di tumori oculari che non possono essere trattati con altre terapie, o in caso di traumi molto gravi nei quali vi è uno scoppio del bulbo che non permette al chirurgo, in pronto soccorso, di ricostruirlo integralmente e quindi deve essere rimosso.
Con il termine eviscerazione s’intende un intervento parzialmente demolitivo nel quale viene prima rimossa la cornea, che è la parte trasparente dell’occhio, e successivamente l’occhio viene svuotato del suo contenuto interno (iride, cristallino, retina etc.). In questo caso i muscoli extra oculari ed il nervo ottico rimangono attaccati alla sclera (parte bianca dell’occhio), così da permettere un miglior movimento della protesi. Questo tipo d’intervento si effettua in caso di occhi ciechi e/o dolenti, buftalmo (occhio grande a causa dell’aumento della pressione interna) o nei traumi, quando è possibile conservare la slera.
Quando si effettua un intervento di demolizione è sempre necessario pensare alla ricostruzione. Migliore sarà la ricostruzione migliore sarà il risultato estetico finale.
Come far muovere la protesi
In entrambi i casi oggi è possibile effettuare una ricostruzione della cavità che permette di far muovere la protesi. Esistono oggi delle tecniche chirurgiche che permettono di aver risultati ottimali.
Che cosa è una endoprotesi e a che cosa serve?
Una endoprotesi è una biglia di materiale biocompatibile che serve per dare riempimento alla cavità e per consentire il movimento alla protesi. L’endoprotesi viene attaccata ai muscoli che sono stati staccati, in caso di enucleazione o inserita all’interno della sclera precedentemente svuotata, in caso di eviscerazione. Con questa tecnica chirurgica la presenza di un impianto mobile all’interno della cavità orbitaria permetterà di costruire una protesi su impronta che avrà lo stesso movimento dell’occhio controlaterale.
Ricostruzione secondaria che cosa è?
Nei pazienti nei quali non è stata utilizzata questa tecnica di ricostruzione al momento dell’intervento demolitivo è, talvolta, possibile in un secondo tempo fare un intervento di ricostruzione cosiddetta secondaria, anche se i risultati sul movimento non sono così efficaci. In questo caso è possibile impiantare una biglia o utilizzare un prelievo di tessuto autologo (del proprio corpo), che è costituito da derma e grasso. Questa tecnica si utilizza soprattutto per dare riempimento alla cavità nei pazienti ai quali non è stata impiantata una biglia e che presentano una cavità infossata.
OD Preoperatorio.
Dopo ricostruzione con innesto autologo.