Capitolo 7
Un team vincente
Entrate a far parte giovanissime del team del nonno Germana, Agnese, Maria e Giovanna si ritrovano a gestire l’accoglienza e la produzione delle protesi e, come in una grande famiglia, si aiutavano vicendevolmente.
A quell’epoca non si riceveva per appuntamento.
I pazienti venivano da tutta Italia senza un preavviso. Ricordo dei giorni in cui il laboratorio accoglieva così tanti pazienti che non c’era posto a sedere e i pazienti si sedevano sulle scalette che portavano all’ingresso del laboratorio.
I miei ricordi cominciano a farsi più nitidi: la mia memoria mi restituisce le immagini mentre giocavo nel cortile con i bambini che venivano a farsi la protesi. Con molti di loro mi capita, ancora oggi, quando tornano per sostituire la protesi di parlare dei nostri primi incontri e giochi.
La mia mamma e le altre protesiste, lavoravano senza sosta per cercare di accontentare tutti.
Mia Zia Maria era una donna molto riservata e paziente che metteva tutte le sue doti di ascolto e passione nel suo lavoro nel rispetto dei pazienti e delle colleghe con cui lavorava.
Agnese era geniale nel suo lavoro, più i casi erano difficili e più si appassionava cercando di migliorare il risultato estetico di grandi e bambini.
Renata, con il passare degli anni, da ragazzina timida, diventa sicura e intraprendente: organizza, accudisce i pazienti, li ascolta e li fa sentire a casa.
Giovanna, la ricordo bene, era una bella donna non molto alta, mora e formosa! I pazienti si innamoravano della sua avvenenza fisica! Purtroppo ricordo anche quando cominciò ad avere dei disturbi della personalità che le impedirono di continuare a lavorare, fu un duro colpo: tutti le volevano bene.
Mi dispiace non ricordare le altre ragazze che hanno lavorato per il nonno che vedete nella foto: non sono riuscita a ricostruire la loro storia.
Nella grande casa dove abitavano, il laboratorio delle protesi era situato al piano terra , insieme allo studio oculistico di mio padre. Per questo i pazienti potevano usufruire anche del consulto medico oculistico nel pomeriggio. Mio padre si dedicò alla chirurgia ricostruttiva della cavità oculare in cui si alloggiava la protesi e delle palpebre. Mia Mamma negli anni successivi si dedicò all’insegnamento delle nuove leve, senza tralasciare l’accoglienza e la parte psicologica che tanta importanza ha in questo lavoro, e che aveva ereditato da Nonno Paolo!
Non avrei mai immaginato di scrivere questa storia e neanche i miei familiari, per questo molti ricordi, testimonianze, fotografie sono andate perdute. Sto cercando di ricostruire tutto ciò che la mia memoria da bambina non è riuscita a fissare, attraverso l’aiuto delle persone che hanno conosciuto mia mamma e le altre protesiste, vi farò conoscere altri dettagli sorprendenti!
La Storia continua con tanti cambiamenti: oltre alle protesi in cristallo inizierà la produzione delle protesi in resina con l’aiuto di collaboratori stranieri con cui scambieremo le reciproche esperienze sulla produzione ottenendo risultati sorprendenti. Nuove giovani ragazze entreranno a far parte del Team e nuove tecniche ci aiuteranno a dare il meglio ai nostri «amici pazienti» che avranno bisogno di noi.
Presto vi racconterò l’evoluzione del sogno di Nonno Paolo, una realtà internazionale e all’avanguardia tecnologica, costruita sulle fondamenta dei suoi ideali di bontà!