Capitolo 6
Passaggio di consegne
Il Laboratorio Ocularistico Paolo Modugno diventa un punto di riferimento nazionale per tutti gli oculisti italiani. I pazienti vengono inviati da tutta Italia a Nonno Paolo che se ne occupa amorevolmente. Nonno Paolo continua la sua collaborazione con il Professor Strampelli, uomo dalle grandi doti umane e da una curiosità non comune che lo portò a realizzare tante nuove tecniche chirurgiche in tutti i campi dell’oculistica ancora oggi utilizzate con successo.
Germana (mia madre) diventa grazie al nonno, non solo una esperta protesista, ma soprattutto, il braccio destro del nonno. Accogliente e premurosa con tutti eredita il calore umano del nonno Paolo.
Giacomo Carlo (mio padre) si specializza nei trapianti di cornea e nel glaucoma, si appassiona alla ricerca scientifica senza tralasciare la chirurgia ricostruttiva delle palpebre e dell’occhio che insegnerà con passione agli specializzandi della Università Policlinico Umberto I di Roma dopo che gli fu conferita la Libera Docenza in Clinica Oculistica e Ottica Fisiopatologica.
Dal Matrimonio di Giacomo e Germana nasceranno tre figli:
Paolo: chiamato come da tradizione con il nome del nonno e suo orgoglio, che farà il musicista.
Alessandra Claudia: che sono io e seguirò le orme di entrambi i miei genitori: laureata in Medicina, specializzata in Oculistica, mi appassiono rapidamente a tutto ciò che riguarda la ricostruzione della cavità anoftalmica, cioè senza occhio, e tutte le nuove tecniche chirurgiche che migliorano l’aspetto estetico del paziente portatore di protesi con particolare attenzione all’aspetto psicologico delle famiglie. Dopo la specializzazione in Oculistica apprendo anche la tecnica di produzione e dell’applicazione delle protesi per studiare meglio come adattare la chirurgia alla protesica.
Stefania: estrosa e geniale artista a tutto campo.
Io non riconosco altra superiorità che quella della bontà (Beethoven)
Purtroppo nel 1962 il nonno muore a causa di un attacco cardiaco.
La frase scritta sulla stampa del suo necrologio ci fa capire lo spirito che ha sempre seguito nel suo lavoro: LA BONTÀ.
La mia mamma Germana prende le redini del laboratorio con la stessa umiltà e dedizione che aveva imparato da Nonno Paolo. La passione per il lavoro le impone dei ritmi di vita molto serrati: figli, lavoro, casa; ma non tralascia nulla.
Ricordo che da piccola all’uscita dall’asilo venivo accompagnata nel laboratorio dove mi fermavo fino alla fine del lavoro di mamma con i miei fratelli.
Lei per farci giocare ci costruiva dei palloncini di vetro soffiato con le facce di bambini, che noi usavamo come pupazzi per inventare delle storie.
Dopo la morte di mio Nonno ci trasferiamo nella casa di Via Ristori dove viene anche traferito il laboratorio delle protesi in modo da ottimizzare casa e lavoro.
E’ tempo di cambiamenti: non solo si sposta la sede ma viene modificato anche il nome della Società che diventerà: Istituto Ocularistico Italiano.
I mei ricordi cominciano ad affiorare più nitidamente. Maria, Giovanna, Agnese sono «Le Capitane» della nuova era, tutte molto professionali e coese in un gruppo che si aiuta vicendevolmente. La più brava aiuta la meno brava e si formano nuove protesiste che avranno il loro stesso successo.
Entra a far parte della squadra anche una giovanissima ragazza: Renata, rimasta orfana di padre quando era ancora bambina, si trasferì a Roma dalla sorella in cerca di lavoro.
Sarà «la Signorina Renata» segretaria factotum per più di 40 anni.
La sua passione per il lavoro ed il suo lato umano la farà diventare un punto di riferimento per i pazienti che troveranno in lei una confidente e amica.
Dopo il passaggio di consegne dal nonno alla mamma si consolida sempre di più il prestigio del Istituto Ocularistico Italiano, anche in virtù del fatto che mio padre diventa allievo e poi braccio destro del Prof. Bietti che gli permette di approfondire le tecniche di ricostruzione orbitaria inviandolo a Parigi dal Prof. Tessier, pioniere della ricostruzione maxillo-facciale ed inventore di tecniche chirurgiche innovative e tutt’oggi utilizzate.
In quegli anni molti oculisti cominciano ad interessarsi alla riabilitazione estetica dei pazienti con traumi oculari, forse a causa dei postumi post bellici, e dei tanti traumi sul lavoro causati della mancanza di norme sulla prevenzione degli infortuni e la sicurezza sul lavoro.
Per fortuna, oggi, le norme che impongono occhiali protettivi nel lavori a rischio, hanno diminuito in maniera sostanziale il numero degli incidenti che portavano alla perdita della funzione visiva o addirittura dell’occhio stesso.