Capitolo 4
Grandi Innovazioni
Nonno Paolo comincia a collaborare con tutti gli ospedali italiani: invia scatole di protesi pronte affinché gli oculisti possano applicarle subito dopo l’intervento per non lasciare i pazienti sfigurati dopo l’intervento di rimozione dell’occhio.
Nella mia vita professionale, vagabondando tra molti ospedali italiani, mi è capitato che vecchie caposala mi mostrassero le protesi inviate dal nonno.
Tutti ricorderanno il film in cui Alberto sordi decide di vendersi un occhio per i debiti (ma poi ci ripensa per fortuna!) bene la scatola degli occhi di vetro che viene mostrata nel film fu data alla produzione dal Nonno Paolo!
La collaborazione con il Prof. Strampelli continua con molta efficacia: il Professore Strampelli inventa una metodica per ridare la vista ai pazienti che hanno danneggiato la parte anteriore dell’occhio, ma non la retina con un intervento rivoluzionario, chiamato «odontocheratoprotesi».
Però l’effetto estetico della parte anteriore dell’occhio è tutt’altro che gradevole: il lenticolo sporge dalla parte anteriore dell’occhio e impedisce di applicare una protesi estetica ed inoltre, la mucosa che ricopre la superficie anteriore dell’occhio è di colore rosa conferendo all’occhio un aspetto esteticamente non accettabile.
Nonno Paolo realizza una protesi con un foro al posto della pupilla attraverso il quale esce il lenticolo (che permette di vedere). Il paziente può così indossare comodamente la protesi estetica.
Ricerche e nuove tecniche durante la guerra:
Gli anni prima della Seconda Guerra Mondiale rappresentano un periodo di grande fermento per quanto riguarda la ricerca delle nuove tecniche e l’applicazione delle protesi. Con le nuove tecniche di costruzione non è più necessario rimuovere un occhio che ha subito un trauma, ma è possibile applicare protesi molto sottili che ricoprono il bulbo diventato piccolo ed inestetico: nascono le protesi «a guscio di rivestimento».
Testimonianza di Fabio P.
Ricordo di un grande uomo
Mi chiamo Fabio, ho 70 anni. All’età di circa 5 anni ho avuto modo di conoscere PAOLO MODUGNO. Dopo un intervento di enucleazione dell’occhio destro, il Professor Strampelli consigliò ai miei genitori di rivolgersi ad un suo stimato collega per l’inevitabile e necessaria protesi oculare.
Ricordo la preoccupazione dei miei e la loro delicatezza nel prepararmi alla prima visita per l’applicazione della protesi.
La sala di attesa, e quella in cui lavorava nonno Paolo, non erano molto grandi ma accoglienti.
Le allora protesiste, nel laboratorio adiacente, erano impegnate con il becco Bunsen, a gonfiare dei palloncini dello stesso materiale che lentamente assumevano forme e colori di occhi.
Quando Nonno Paolo mi fece entrare nel Suo studio mi disse (togliendosi il camice): “Io sono nonno Paolo e non ti farò sentire dolore. Se questo dovesse succedere il mio pizzetto è a tua disposizione per essere tirato.
Sei qui per creare un secondo occhio che con il tempo risulterà simile all’altro. Devi fidarti di me perché amo i bambini.
L’anno prossimo farai la Prima Elementare e sarai come i tuoi compagni con degli occhi bellissimi”.
Timidamente chiesi: ”Potrò giocare con loro senza paura?”
La sua risposta fu: ”Puoi e devi fare qualsiasi cosa ti piaccia.”
Tante carezze e sorrisi da parte Sua crearono una empatia nei Suoi confronti che si rivelò vitale per me e per la mia vita.
Le protesiste di allora erano gentilissime con me, Nonno Paolo mi affidò ad Agnese che subito attirò la mia fiducia e simpatia.
Le Sue rassicurazioni nei confronti dei miei genitori erano costanti ad ogni visita e/o protesi.
Quando mio padre gli chiese un po’ di “respiro” nel pagare il Suo onorario (a quei tempi papà era un operaio) nonno Paolo pronto rispose: “Caro amico, i soldi sono l’ultima cosa a cui devi pensare! Siamo galantuomini!”
Riassicurare ed incoraggiare i miei genitori da parte Sua era continuo: “Dovete far capire a Fabio di essere uguale agli altri bambini e che da grande, con il vostro aiuto farà molte cose importanti”.
Le ultime Sue frasi che ricordo furono: “Forza, ragazzo! Per qualsiasi cosa ci sono sempre io!”
Fu un grande UOMO con una sensibilità e generosità infinite, rafforzate dalle sofferenze vissute in guerra. Negli anni successivi alla Sua scomparsa, ricordavo sempre il Suo invito a fare tutto e che la mia menomazione sarebbe divenuta un punto di forza.
Mi sono laureato, fatto sport a livelli agonistici e mi sono dedicato ad una professione in cui il Microscopio è stato oggetto di lavoro per tanti anni ( dall’ematologia alla microbiologia).
Ciao, NONNO PAOLO, SEI INDIMENTICABILE!
Fabio
Testimonianza di Fabio P. nei confronti della Dottoressa Modugno:
Confermo l’affetto e la Gratitudine nei tuoi confronti.
Anche tu come tuo nonno sei sempre nel mio cuore.
Fabio